16 marzo 2015

Ragnarök, due chiacchiere con Walter Simonson

di Andrea Pachetti

(c) Walter Simonson
Walter Simonson, per gli appassionati di fumetti, è un nome che non ha certo bisogno di presentazioni. La sua run sul Thor della Marvel è ancora oggi celebrata come una delle migliori della storia, per la capacità di innovare il personaggio (attingendo ai miti Norreni) pur restando coerente con il canone di Kirby e Lee. Nello stesso modo i suoi disegni e le possenti onomatopee si sposavano alla perfezione con la grandiosità di un personaggio che ha sempre necessitato, per forza di cose, di una narrazione maestosa.

Attualmente Simonson si sta occupando di un nuovo progetto, Ragnarök, che vede una nuova incarnazione personale di Thor e che è il completamento ideale (e maturo) dell'opera svolta molti anni prima. Nel momento in cui scrivo (16/03/2015) negli Stati Uniti è uscito il numero 4 (si tratta di un bimestrale) e non c'è nessuna notizia di una futura pubblicazione nel nostro Paese.

In un momento storico in cui i siti italiani commerciali a fumetti tendono a copiare e rielaborare piccole porzioni di annunci e novità dai maggiori portali statunitensi, ho pensato fosse interessante invece proporre ai lettori un'intervista completa molto recente a Walter Simonson, riguardante questo suo nuovo importante progetto. Ringrazio dunque John A. Wilcox di Progsheet per avermi autorizzato a tradurre e pubblicare l'intervista da lui realizzata, ricordando anche (repetita iuvant) che questo testo cade sotto una licenza Creative Commons, per cui l'unico uso che può esserne fatto è la riproduzione integrale (compresa questa introduzione), la corretta attribuzione di tutti i credits e il link all'originale. Buona lettura.

Due chiacchiere con... Walter Simonson


Intervista di John A. Wilcox
Traduzione di Andrea Pachetti

Lo scrittore/disegnatore/artista Walter Simonson ha portato il suo talento in moltissime serie a fumetti, da Thor a Orion, fino ai Metal Men. Ma questo lo sapevate già. In questo momento Simonson sta concentrando i suoi sforzi su una nuova serie per la IDW, Ragnarök. Progsheet lo ha intervistato per conoscere i dettagli privati del suo nuovo entusiasmante progetto. Riempite i vostri boccali di birra e ascoltate...

Come si sono mossi gli ingranaggi che hanno portato alla nascita di Ragnarök?

Circa 16 o 17 anni fa Scott Dunbier, un amico di vecchia data e allora Editor-in-Chief  della Wildstorm (quando era ancora un editore indipendente), mi chiese se potevo essere interessato a realizzare una serie a fumetti basata sui miti Norreni. Risposi di sì, certo, ma al tempo avevo ancora alcuni impegni di lavoro da terminare. Diciamo che mi ci sono voluti 15 anni per terminare quei lavori.

Di tanto in tanto parlavo con Scott della fattibilità della serie, ma è stato solo circa tre anni fa, più o meno, che sono stato folgorato dall'idea di una storia: era basata sui miti Norreni, ma andava in una direzione piuttosto diversa rispetto a tutti i lavori fatti da me o da chiunque altro in precedenza. Ne ho discusso di nuovo con Scott: nel frattempo lui si era spostato alla IDW e lì sono stati entusiasti all'idea di pubblicare la storia creator-owned che stavo sviluppando. Ecco come è nato Ragnarök.

Hai mai pensato all'auto-pubblicazione, oppure hai contattato altri editori nelle fasi iniziali?

No, non ho mai pensato all'auto-pubblicazione. C'è un tipo di lavoro in più da fare che preferisco evitare, a meno che io non ne sia costretto: quello che mi piace fare è scrivere e disegnare. Dato che ero riuscito a dribblare l'auto-pubblicazione, penso di aver trovato una soluzione che sembra racchiudere il meglio dell'editoria tradizionale e dell'auto-pubblicazione stessa, continuando però a trattarsi di un editore vero e proprio. Così posso fare le cose che amo di più, cioè creare delle storie che mi piacciano, ma potendo lasciare a qualcun altro le incombenze della promozione e delle scartoffie (risata)

(c) Walter Simonson
Chi sta lavorando con te a questo progetto?

Laura Martin è la colorista, mentre John Workman si occupa del lettering: non potrei essere più felice. Inoltre la IDW mi ha permesso di poter fare il lettering direttamente sulle tavole, un metodo con cui mi trovo a mio agio. Penso che questo approccio produca delle tavole di qualità migliore, almeno per quanto riguarda il mio lavoro.

Quali aspetti delle leggende Norrene stai introducendo nel tuo fumetto? Il terreno da esplorare è molto vasto.

Non mi sono posto dei limiti a riguardo. Se penso che un certo tema possa essere incorporato nella mia storia lo farò senz'altro, sia negli archi narrativi più brevi che nello schema complessivo delle cose. C'è moltissimo materiale, in gran parte frammentario, in questo modo i miti sono sia fonte d'ispirazione come guida al mio lavoro, ma anche abbastanza aperti da permettermi ampie manovre partendo da essi. Così sono pronto ad andare in ogni direzione possibile.

Dimmi qualcosa in più dei personaggi principali e ciò che li guida.

Ovviamente, Thor è il personaggio principale. Come nella mitologia, è un personaggio molto aperto e ritengo che, più scoprirà cosa è accaduto mentre lui era "altrove", più le sue motivazioni saranno del tutto chiare. E, per molti, letali.

Al momento ho una coppia di Elfi Neri, padre e figlia, che si muovono sotto la superficie delle trame. Ho dei piani per loro, di farli emergere entro qualche numero, nel prossimo arco narrativo. A questi si unirà un altro personaggio significativo che abbiamo visto molto brevemente nel primo numero e del quale sapremo molte più cose col passare del tempo.

E, onestamente, mi piace il Troll presente nel quarto numero di Ragnarök. Inizialmente non lo avevo pensato come un personaggio particolarmente significativo: nella prima bozza della trama del numero 4 era il solito Troll cattivone; la bozza era piuttosto noiosa (chiedetelo a mia moglie Weezie), così l'ho riscritta da capo e il Troll è diventato un personaggio più importante. Spero di poterlo rielaborare completamente in futuro, anche se adesso non so dire quando. E non vedo l'ora di riproporre lo scoiattolo, Ratatosk.

D'altro canto, mi aspetto che appaiano anche nuovi personaggi mentre scrivo, e immagino che alcuni di loro mi saranno utili per le trame future.

Questo tuo fumetto ha ancora un finale aperto, oppure hai già in mente un numero preciso di albi per concludere la storia?

Penso che la storia andrà avanti per un po', ma ho già pensato a un obiettivo a lungo termine. La cosa più simile che mi viene in mente, su due piedi, è il fumetto giapponese Lone Wolf and Cub, ma non aspettatevi che Ragnarök duri altrettanto.

Da cosa è nata la storia iniziale?

Da un disegno. Diversi anni fa ho fatto un paio di disegni di una mia versione personale di Thor, per puro divertimento. Un mio amico, Jerry Ma, ha messo una delle immagini su una t-shirt e il risultato è stato molto bello. Al tempo non avevo nessuna storia per quel Thor, ma solo il disegno.

Circa un anno dopo mi è venuta l'ispirazione e ho buttato giù qualche appunto: non si trattava di una vera storia, ma di una specie di vignetta che mi sembrava funzionasse parecchio. Non ho idea di cosa significasse e non aveva alcun contesto intorno, si trattava di una singola vignetta.

Così passano ancora sei mesi, o più; ero in macchina, vicino casa mia e all'improvviso, dal nulla, ho avuto una serie di pensieri riguardanti quella vignetta e il genere di mondo che l'avrebbe resa significativa: era l'idea dell'ambiente post-Ragnarök presente poi nel fumetto. Avevo un sacco di idee in testa così ho dovuto fare marcia indietro, dirigermi verso casa e scrivere tutto prima di dimenticarlo. La vignetta così è diventata il primo numero della serie, mentre il fumetto e il mondo in cui le storie si evolvono hanno seguìto la direzione indicata dalle idee avute in macchina.

Ho aggiunto poi tonnellate di materiale alle idee iniziali, incluse quelle che potrebbero essere dozzine di archi narrativi separati. Vedremo come si svilupperanno le cose: io mi auguro molto bene. Ma se dovessi riassumere il tutto in un'unica frase, sarebbe qualcosa come: «fino a quando Thor rimarrà in vita, il Ragnarök continuerà!»

(c) Walter Simonson
Quali sono le caratteristiche di Thor che ti intrigano di più?

Thor mi è sempre sembrato il più accessibile tra gli dèi Norreni: ha un interesse particolare per Midgard e i mortali e spesso, nei miti, è stato il loro protettore. Questa connessione lo rende più vicino a noi, penso. Possiede anche un martello meraviglioso difficile da perdere, e abbastanza potere da scuotere la terra quando necessario. Inoltre il tuono e il fulmine possiedono un aura drammatica piuttosto piacevole.

Cosa hai potuto fare con il "tuo" Thor che non avresti mai potuto realizzare con il Thor supereroistico della Marvel?

(Risata) Praticamente tutto, partendo dalla capacità di poter parlare senza la mascella inferiore. Possiede dei lati molto più rudi e, sebbene possa provare compassione, è capace di maggiore crudeltà rispetto della sua controparte supereroistica. In conclusione, spero di creare un personaggio che derivi più dai miti che dall'universo dei supereroi.

Mentre hai un potenziale infinito per quanto riguarda le storie future, su cosa ti focalizzerai nei prossimi albi in uscita, senza rivelarci troppo della trama?

Il prossimo arco narrativo riguarderà Regn e Drifa, gli Elfi Neri che sono stati presentati nel primo arco. Esplorerà il loro rapporto con Thor, che è responsabile della morte della loro moglie/madre. Inoltre, saranno rivelati diversi particolari sul Signore dei Morti che abbiamo potuto vedere brevemente nel primo numero, e sulle sue interazioni coi vivi e coi defunti.

Che cosa hai pensato inizialmente riguardo l'approccio al design della serie? È senz'altro un fumetto che ti appartiene, ma anche stilisticamente diverso.

Non sto cercando di rendere Ragnarök una descrizione accurata di un genuino mondo Vichingo, ma sto comunque usando molti riferimenti Vichinghi come base per il design delle mie illustrazioni. C'è altrettanto lavoro che parte da un design medievale, certo; diciamo che, rispetto ad altri mie opere, sono partito da una base diversa per l'ispirazione: come prima cosa, una volta tanto non dovrò disegnare New York City.

Penso ancora a visioni apocalittiche su larga scala e simili, sono ancora interessato a trasmettere un senso di energia attraverso i miei disegni; questo lavoro è in linea con ciò che ho fatto in passato, solo un po' più "metal" (sorride).

Qual è stata la tua scelta di matite / pennarelli / pennelli / inchiostri per questo progetto?

Generalmente uso una matita automatica Pentel, con la punta da 9 mm; a volte uso punte più piccole per i dettagli. Gli inchiostri li faccio ancora con una Hunt 102, le uso da quando sono diventato un professionista. Uso pennelli Raphael 8404, di solito il n. 2, a volte il 3. Per quanto riguarda gli inchiostri preferisco la china Pelikan, anche quella ormai è la mia scelta da anni.

Per quanto riguarda le tavole originali, disegni in rapporto 1.5 o 2[1]?

Ho lavorato al "doppio" per alcune cose in passato, ma per questo progetto sono tornato alle mie vecchie abitudini con l'1.5. Quindi per disegnare ci sono circa 10 pollici per 15 a disposizione.

Quando penso agli elfi mi vengono in mente degli allegri piccoletti intenti a cuocere biscotti. I tuoi di sicuro non sono così. Dimmi qualcosa in più riguardo la mentalità e le motivazioni di questi Elfi Neri.

Nell'Europa del Nord e nelle isole della Gran Bretagna il popolo fatato possiede numerose incarnazioni, ma tra le più serie c'è l'idea secondo la quale sono esseri pericolosi e spesso capricciosi. A volte ci si riferisce a loro come "Popolo della Pace", poiché bisogna stare molto attenti a non offenderli, tendono a non perdonarti mai. La mitologia Norrena parla di Elfi della Luce ed Elfi Oscuri o Neri. È possible che gli Elfi Neri siano in realtà Nani, ma è questo il bello delle fonti frammentarie, puoi adattarle secondo il tuo desiderio.

Nel mio caso, ho pensato di usare il nome Elfo Nero per esseri di taglia umana e... letali, nelle mie storie volevo presentare il lato pericoloso del popolo fatato. La piccola famiglia di padre e figlia che ho introdotto si è guadagnata da vivere con l'assassinio, pensando in futuro alla "pensione" e a ritirarsi in pace. È sempre difficile arrivarci, vero? Vedremo come andranno le cose, per loro.

Prima hai parlato di energia. Che tipo di energia hai sfruttato e incanalato in Ragnarök?

Be', utilizzare un Dio del Tuono mi ha aiutato a muovermi in una certa direzione sin dall'inizio. E se si ha l'intenzione di seguire la storia di un protagonista così potente, saranno necessari molti nemici altrettanto potenti da contrastare. Così l'energia in qualche modo si sviluppa da sola, naturalmente.

Per un lettore che non ha nessuna idea su cosa aspettarsi da Ragnarök, prova a suscitare il suo interesse con una sola frase!

Gli dèi sono morti, i Grandi Nemici dominano sulle Lande del Crepuscolo; Thor, che non era presente al momento della battaglia finale, è finalmente tornato a casa e gliela farà pagare molto cara[2]!

Dato che Progsheet si occupa di musica, dimmi i titoli di sei dischi che non ti stancheranno mai...

Eccone sette, potevano essere anche di più. Pensali come la "mezza dozzina" del panettiere[3], in ordine alfabetico per artista: Charlie Haden & Pat Metheny - Beyond The Missouri Sky; Bo Hansson - Music Inspired By The Lord Of The Rings; Van Morrison - Hard Nose The Highway; Poco - From The Inside; Tom Rush - The Circle Game; Al Stewart - Modern Times; Joy Lynn White - Wild Love.

Artwork by kind permission of Walter Simonson
Ragnarok & all images thereof are copyright & tm Walter Simonson
__________
[1] Ci si riferisce al rapporto di dimensioni tra la tavola originale e il fumetto effettivamente stampato (Ndt)

[2] Simonson qui fa un gioco di parole intraducibile con l'espressione idiomatica there'll be hell to pay, sostituendo "hell" con l'Hel dei miti Norreni (Ndt)

[3] In americano, Baker's dozen significa 13 invece che 12, poiché il panettiere tende sempre ad aggiungere qualcosa a quanto richiesto (Ndt)

4 commenti:

  1. Walter Simonson non lo conoscevo proprio proprio... bella segnalazione!

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    1. Del Thor di Simonson ci sono i due Omnibus anche in italiano. Prezzo senz'altro non popolare, ma sono cartonati oltre 500 pagine.

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  2. Adoro Walt Simonson e il suo ciclo di Thor è uno dei miei fumetti preferiti! Nessuno, dopo di lui, è mai più riuscito a caratterizzare così magnificamente Thor e gli altri asgardiani/e, per non parlare della stupenda ideazione di Beta Ray Bill!
    I due volumazzi - alquanto criticati da qualcuno per la ricolorazione - me li sono comprati e letti nonostante avessi già tutti i numeri del Thor Play Press (e i cross-over della Comic Art) e sapessi quasi a memoria quel ciclo :-)
    Chissà se questo Ragnarok godrà mai di un'edizione italiana?...
    Complimenti Andrea, sempre super-interessante il tuo blog :)
    Orlando

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    1. Grazie, Orlando! Il Thor di Simonson è il mio fumetto preferito di sempre, al punto che l'ho recuperato tutto in albetti originali USA dopo averlo letto al tempo sul Thor della Play Press!

      Riguardo la pubblicazione italiana di Ragnarök, penso si dovrà aspettare quantomeno la realizzazione del primo hardcover/tp: al momento sono usciti solo 4 albetti e non ci sono notizie a riguardo. Dato che si tratta di un comic book bimestrale i tempi sono un po' lunghi, ma ne vale senz'altro la pena.

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