di Andrea Pachetti
Se gli anni Cinquanta, per i fumetti, rappresentarono un decennio pieno di polemiche e demonizzazioni strumentali, gli anni Sessanta possono senz'altro considerarsi invece quelli della loro consacrazione nell'ambito della cultura di massa: nel 1961 uscì il saggio I fumetti di Carlo Della Corte; nel 1964 Apocalittici e integrati, di Umberto Eco, nel 1965 il primo numero della rivista Linus. Si tenne nello stesso anno il 1° Salone Internazionale dei Comics a Bordighera, trasferitosi poi dall'edizione successiva a Lucca dove rimase, mietendo sempre maggiori consensi, fino al 1992.
Se si pensa che ciò pose fine alle polemiche si commette un errore, poiché risale al 1962 anche l'uscita del primo numero di Diabolik, archetipo del fumetto nero all'italiana che generò per tutto il decennio numerosi epigoni e altrettante denunce e sequestri, arrivando fino al processo di Milano dell'ottobre 1965.
Nello stesso modo si amplificò anche il dibattito sulle diverse visioni relative al mondo dei fumetti: quella nuova, più impegnata ed erudita propria degli intellettuali, contrapposta alla visione classica degli appassionati, nella quale la componente di divertimento ed evasione era ancora preponderante.